Dopo le disavventure dell'anno precedente, la seconda edizione delle WEOI comincia con le migliori aspettative. A comporre la squadra di quest'anno sono ben otto contestant, quattro dei quali alla prima gara internazionale. Non sanno cosa li aspetta...
Senza troppe sorprese, i problemi cominciano ancora prima della partenza, considerando che lo spirito di indipendenza degli inglesi ci costringe a munirci di passaporti e che l'efficienza tipica italiana ha permesso a ita5 di avere un passaporto 3 giorni prima del volo di andata.
Ita {TL, 0, 3, 5} hanno il posto nella fila 28, in corrispondenza del portellone di emergenza sulle ali. ItaTL non esita a chiedere se l’aereo fosse un Boeing 737 MAX, ottenendo un esito affermativo. Quel modello è noto per i problemi di fissaggio del portellone che hanno causato un numero non indifferente di incidenti.
All'arrivo il piacevole clima antartico ci accoglie in una Londra che come da standard si presenta in scala di grigi.
Dopo aver lasciato gli zaini in hotel il team decide di spendere il resto della mattina a fissare il Tower Bridge sperando che si alzasse (cosa che ovviamente non è successa).
No, non si è alzato :(
Complice l’abbondante pasto dal kebabbaro londinese e l’orario della partenza, subito dopo pranzo il team si ritira nelle stanze per il campionato nazionale di riposini, che per motivi organizzativi siamo stati costretti ad interrompere dopo sole quattro ore di sonno.
Il latte offerto dall'hotel
A quanto pare nessuno era a conoscenza della corretta location dove si sarebbe svolto il social event, inclusi itaTL e itaDL che sono costretti a chiedere tale informazione ad uno sconosciuto del team svizzero (per qualche motivo aveva scritto Italy sul badge).
Le aspettative erano decisamente basse dal momento che la frase ricorrente del social event dell’anno precedente era “do not socialize here!” e invece ci ritroviamo in un arcade bar con, sorprendentemente, più di un team oltre al nostro. Non mancano hamburger e analcolici, gentilmente offerti da Jane Street, e gettoni per sfidarsi a qualunque gioco retro mai concepito.
La scoperta delle abilità innate di ita4 su Dance Dance Revolution sconvolgono il team italiano e non solo, tanto che i suoi passi di danza diventano l’apice dell’intrattenimento della serata e qualunque tentativo di spodestarlo dal trono fallisce.
ita6 ripiega quindi su un avversario apparentemente più scarso: il tesoriere delle IOI, per gli amici Kim. Non si rivela una scelta vincente per ita6, che ne esce inesorabilmente sconfitta in tutti i round (skill issue).
ita0, ita1, ita3 e ita4 tentano di vincere altri gettoni (che erano già illimitati) sperimentando il gioco d’azzardo, ma vengono delusi rendendosi conto che si finisce sempre perdendo. Spinti dallo sconforto inseriscono tutti i gettoni a portata di mano nella macchina, riuscendo a romperla.
Alla sveglia del giorno di gara il team italiano si presenta al completo nella hall dell’hotel con grande anticipo sul team svizzero, che tradisce la proverbiale puntualità del paese.
La colazione agli uffici di Jane Street secondo gli standard inglesi presenta panini con bacon e uova, piuttosto che con merluzzo impanato. Il reparto dolci è piuttosto scarso e non di particolare gradimento dei contestant.
La cerimonia di apertura viene animata dalla simulazione in real life di questo problema applicando strategie tutt’altro che ottimali. Per rendere il gioco più interessante, gli obiettivi del topo sono rappresentati da cibi indossati sulla testa dei contestant.
Arriva il grande momento. La gara? Assolutamente no! La distribuzione delle spille con la faccia di un componente del team IOI italiano; un talismano dagli incredibili effetti positivi sulle performance di gara che il team Olandese decide di attaccare sul cappello della mascotte assieme alle spille di altre nazioni.
Con totale disappunto del team, uno dei membri della delegazione irlandese rifiuta la spilla lanciandola sul pavimento (spoiler: ha comunque battuto l’interezza del team italico). Altre spille vengono distribuite tra gli organizzatori della gara.
La gara si svolge senza particolari problemi, se non per ita6 che a seguito di problemi tecnici con la macchina virtuale, riceve assistenza da un membro del technical committee che, nonostante avesse scritto ITALY sul badge, comincia a parlare in inglese.
Finita la gara la fame si fa sentire. Questa volta ci viene proposta della pizza piuttosto dolce e unta ma passabile. Il mal di testa costringe ita5 a ritirarsi in hotel a dormire, mentre il resto del team si dà al gambling e il poker diventa il principale intrattenimento.
Purtroppo alle 21 gli uffici di Jane Street vengono chiusi, ma ita[-1;5) mod 8 decidono che la serata è solamente iniziata e imbarcano in un viaggio attraverso la labirintica metropolitana londinese.
Giunti a destinazione risalgono in superficie per trovarsi travolti da un pride percorrente la via nel senso opposto. Segue una passeggiata di svariati chilometri, tutt'altro che lineare, la cui unica meta è fare ritorno su uno dei tipici double-decker rossi.
Lasciato l’hotel si fa ritorno agli uffici di Jane Street per la cerimonia di chiusura. La lecture su Kevin Bacon, pattern di sottografi e… boh eravamo stanchi, precede la premiazione alla quale però non possiamo assistere a causa dell'orario del volo di ritorno. Assieme al team Olandese, prendiamo parte a una premiazione anticipata in una stanza a parte.
Con grande gioia scopriamo che l’intero team è medagliato e che quindi l’Italia si porta a casa 6 bronzi e 2 argenti. NO WAY!!
Aspettate, ho forse detto bronzi e argenti? Intendevo dire TROPHIES, ovvero cubetti in legno per i bronzi e… cubetti in legno più grandi per gli argenti. È chiaro che il metallo è sopravvalutato e che legno incollato male e plexiglass siano di gran lunga migliori.
Giunti all’aeroporto in treno, ita1 dà sfogo alla sua più grande passione: rimanere bloccato ai controlli. Dopo i trascorsi con la dogana rumena, perdere il biglietto del treno gli ha permesso di non poter uscire dalla stazione, dovendo così convincere la guardia (non molto facilmente) che fosse parte del nostro gruppo.
Riusciamo a fare ritorno in Italia nel deserto del Sahara e sentendo la mancanza del disagio dovuto al trasporto pubblico, la navetta dall’aeroporto alla stazione decide di fare una pausa di 10 minuti all’uscita dell’aeroporto, non riuscendo ad uscire.
Alla stazione si concludono le avventure dei nostri dieci eroi, che a termine di un breve ma decisamente intenso viaggio torna a casa con un pieno di medaglie, sonno e bacon.
Questo diario non è sponsorizzato da Jane Street